Silvio Aman “Il Porticciolo” Giugno 2014


Cosmo innamorato

Una virgola nel buio, la Via Lattea.
Attorno, cento miliardi di galassie già svelate.
E, nelle pieghe desolate del cosmo,
astri solitari danzano in eterno.

Tutti gli inquilini del tempo
– multiformi creature misteriose
animali dotati di coscienza
bestie feroci
protozoi, virus, ectoplasmi,
felci, alberi e spugne –
qui sul pianeta azzurro
o a distanze inimmaginabili
vivono ricamando
il loro destino d’amore.

Un incipit sull’amore universale, che evoca il De rerum natura di Lucrezio. Così si apre “Eros, il dio lontano- Visioni sull’Amore in Occidente”, il nuovo libro di Lidia Sella, presentato nel maggio 2012 al Salone del libro di Torino.
Il testo, composto da strofe di diversa lunghezza poste al centro della pagina, si presenta come un flusso di pensiero ininterrotto, una sorta di quodlibet dove il passaggio da una “tonalità ideativa” all’altra avviene attraverso diciassette paragrafi che fungono da “ponti modulanti”.
Per la sua stessa natura rapinosa, il poemetto sfugge a qualunque definizione precisa. O forse potrebbe essere considerato una libera interpretazione del sirventese ? Quel che è certo è che rappresenta un’armoniosa contaminazione fra poesia e aforisma, espressa mediante uno stile di scrittura intenso e originale, già anticipato ne  La figlia di ar – appunti interiori (La Vita Felice, prima edizione febbraio 2011, quarta edizione marzo 2012).

Lirico, divulgativo, ironico, ideologico, il tono risulta via via funzionale al messaggio da trasmettere.
Mitologia, cosmologia, sociologia, i fondali scenici.

In primo piano, invece, il rapporto uomo-donna e le sue moderne degenerazioni, una storia dell’umanità giocata sul filo rosso della fascinazione erotica.

Colti e stimolanti i rimandi in ogni campo del sapere, dall’astronomia alla fisica quantistica, dalla genetica alla filosofia.
E poi il lettore si trova immerso in continui sogni e visioni amorose:

Travasare
ogni tuo più intimo pensiero
nell’altro
e sentirti accolto
come pioggia su terreno riarso

Oppure:

Camminare insieme
sul ventre scuro di onde maestose
lo sguardo rapito
da sciami danzanti di stelle neonate
che, ciechi ai prodigi,
gli altri non vedono.

Non so se l’autrice avesse in mente l’amour de lohn e il dezirier dei trovatori provenzali, esperti nell’arte di rilanciare il desiderio, eppure il suo componimento poetico sembrerebbe aderirvi. Anche qui in effetti il soddisfacimento, affidato a un dio imprevedibile e poco equanime, non appare mai saziato. Inoltre la relazione fra coloro che si amano avviene quasi soltanto attraverso incomprensioni e distanza psicologica.
Lidia Sella ce lo spiega con una formula ben riuscita:

E il nostro angolo di visuale
non coincide mai
con quello di chi ci è accanto
neanche se sul crinale del momento
ci sporgiamo insieme
a scrutare lo stesso punto:
solo binari paralleli
per il magma delle singole percezioni.

Eros insomma interviene di rado, senza alcuna logica e, soprattutto, non tollera che lo si indaghi, come doveva tristemente esperire Psiche nella famosa favola di Apuleio.
Logico quindi che l’autrice eviti di nominare Anteros, figura mitologica più tarda, paladino delle unioni legittime, preferendo invece concentrarsi sul coup de foudre.

In tal senso potremmo anche leggere Eros, il dio lontano come un’opera sinfonica dove alla linea orizzontale introdotta dalle indicazioni “adagio”, “riflessivo”, “calmo” subentrino, di volta in volta a sovvertirla, le sorprendenti vette dell’ “appassionato” o del “tempestoso”.
Qualcuno potrà chiedersi come mai qui si parli solo di Eros, dimenticando l’Agape cristiana, l’amore spirituale per il prossimo. La risposta è semplice: la scrittrice colloca Eros nel campo dei fatti inesorabili, lontanissimi dunque da ogni cristiana volontà di amare.
E tuttavia Lidia Sella sembra far coincidere la latitanza di Cupido con l’incapacità di amare tipica del mondo occidentale, così privo di gioia e autentica spiritualità.
L’autrice conclude con un dolce delirio che, per alcuni aspetti, riecheggia il pauperismo degli ordini mendicanti nel Medioevo: là si coltivava la povertà per amare Gesù – l’altro dio lontano; qua si desidera l’implosione dell’opulenta e depressa società contemporanea affinché, nel segno di Eros, nasca finalmente una nuova stirpe di eroi.

Che imploda dunque
la nostra società agonizzante.

Una fiammata catartica.

E da quel gran fragore
nascerà forse una nuova stirpe
di eroi.

Sul loro stendardo
le sacre insegne di Eros.


Lidia Sella, giornalista, scrittrice, aforista, poeta. Ha pubblicato sette libri. Due con il Gruppo Rizzoli: Amore come, Sonzogno, 1999; La roulette dell’Amore, Bur, 2000. E tre sillogi, con La Vita Felice: La figlia di Ar – Appunti interiori (2011); Eros, il dio lontano – Visioni sull’Amore in Occidente (2012); Strano virus il pensiero (2016). Nel 2019 ha dato alle stampe Pensieri superstiti con Puntoacapo Editrice. Nel 2020 è uscita con Pallottole, contro la dittatura dell’Uno OAKS Editrice.