Rita Pacilio “Lavitafelice.it” ottobre 2012


La visione dell’amore in Occidente nasce sicuramente in Grecia, dove più di centinaia di testi, quasi tutti in decapentasillabo (il verso greco per eccellenza di quindici sillabe) costruiscono una mappa geografica di arte e bellezza. La lingua degli dei, da oltre tre millenni, ci arriva ancora con organica consistenza attraverso poeti che parlano di poeti con la forza del cuore e della carnalità (Ghiannis Ritsos, Ghiorgos Seferis, Odisseas Elitis). Lidia Sella, nel suo lavoro in versi “Eros, il dio lontano – Visioni sullAmore in Occidente”, attraversa il pensare degli antichi per ricondurlo a una circolarità moderna, in cui la metamorfosi della passionalità greca si riappropria del segreto aureo primitivo. Sembra che il passato sacro si tramuti in una fonte di nuovi meridiani laici. La parola poetica viaggia nel cosmo profondo che Sella definisce innamorato (Una virgola nel buio, la Via Lattea/ attorno, cento miliardi di galassie già svelate./ E nelle pieghe desolate del cosmo, /astri solitari danzano in eterno/ Tutti gli inquilini del tempo / multiformi creature misteriose/ animali dotati di coscienza/ bestie feroci/ protozoi, virus, ectoplasmi/ felci, alberi e spugne -/ qui sul pianeta azzurro/ o a distanze inimmaginabili/  vivono ricamando/ il loro destino damore.) svelando al lettore le intemperie emozionali che il dio Eros, con elegante ironia, produce in chi lo incontra. Un discorso di continua seduzione e vittoriosa riscossa tra i terrestri e l’Olimpo. L’autrice s’interroga sulla temporalità del discorso amoroso: “se ora atterrasse/ sul nostro pianeta verde acqua/ Eros resterebbe sconcertato”…, procedendo in una serie di riflessioni sociologiche che aprono un fossato tra il significato dell’amore sociale e l’esperienza egoistica dell’uomo. La strategia della comunicazione sprona il poeta a individuare l’esatta congiunzione tra l’effimera esistenza del bello e l’elevata euforia/ dellinnamoramento, affinché l’umanità possa risollevarsi dal torpore della mediocrità; ma non solo. L’autrice guarda all’amore costituito e reso offeso e/o deturpato dalle regole sociali, che lo privano di forza sentimentale per renderlo mera mercanzia. Le donne sono geografie problematiche su cui gli aggettivi vivono in bilico. La donna diventa terra di piaceri, di predatori, di viaggi, di anticipazioni libertine, di battaglie sacrosante e di nostalgie enigmatiche. La comunicazione, nell’età contemporanea, rischia di mutarsi in incomprensione sociale Alla porta accanto/ due spasimanti del terzo millennio/ sintonizzati su frequenze diverse/ traducono sentimenti complessi /in una lingua straniera a entrambi”: Sella qui sottolinea come fra gli esseri umani si alzi un silenzio angoscioso, per la mancanza di ascolto empatico. L’esortazione a riequilibrare la coscienza sociale sensibile viene espressa, con responsabilità autentica, in una forma di gestazione saggistica che passa attraverso il tempo di un istante eterno.


Lidia Sella, giornalista, scrittrice, aforista, poeta. Ha pubblicato sette libri. Due con il Gruppo Rizzoli: Amore come, Sonzogno, 1999; La roulette dell’Amore, Bur, 2000. E tre sillogi, con La Vita Felice: La figlia di Ar – Appunti interiori (2011); Eros, il dio lontano – Visioni sull’Amore in Occidente (2012); Strano virus il pensiero (2016). Nel 2019 ha dato alle stampe Pensieri superstiti con Puntoacapo Editrice. Nel 2020 è uscita con Pallottole, contro la dittatura dell’Uno OAKS Editrice.