Odissea, marzo 2014


Lettera a mio nipote Alessandro, per il suo dodicesimo compleanno

Panta rei”, “tutto scorre”. così si espresse Eraclito – filosofo greco vissuto fra VI e V secolo a.C. – riflettendo sulla natura effimera, inafferrabile del tempo. Infatti, mio adorato Alessandro, mai potrai immergerti una seconda volta nello stesso fiume: quell’acqua non sarebbe più la stessa; e nemmeno tu. Poiché tutto muta, si trasforma. E ci sfugge. È la legge inesorabile del cosmo. Ogni attimo è unico, irripetibile, dunque preziosissimo.

Questa dozzina d’anni ha prodotto in te una prodigiosa metamorfosi: l’aspetto, i modi, lo sguardo, un mondo interiore via via più ricco di emozioni, sfumature, contrasti, e i soliti turbamenti di chi si affaccia titubante alla vita. Noi, che ti precediamo di qualche passo soltanto sul misterioso tapis roulant dell’eternità, osserviamo affascinati il tuo universo in continua espansione: solo ieri tenero bimbo, oggi già piccolo uomo.

Se moltiplichi per quattro i tuoi anni, ottieni la mia età di adesso, quarantotto. E quando ti avvicinerai al traguardo del mezzo secolo, presumo sarò morta da un pezzo… oppure avrò la mente ottenebrata dalla vecchiaia. Se fra tre dozzine d’anni, cioè nel 2044, noi due potremo viceversa conversare ancora amabilmente, magari mi confiderai quante difficoltà avrai trovato nel dare un significato alla tua esistenza.

Al termine di questa vita non ce ne offrono un’altra in omaggio. Da giovani il tempo pare infinito. E si tende a sprecarlo. Senza rendersi conto di quanto sia importante – in ogni ambito – imboccare la strada giusta sin dall’inizio. La dozzina d’anni dai dodici ai ventiquattro sarà quella che imprimerà al tuo futuro una prima spinta in una direzione piuttosto che in un’altra. Cerca quindi di ponderare con cura le tue scelte. Per te saranno anni decisivi: passeranno in fretta, non torneranno più e, una volta vissuti, non potrai modificarli. Goditeli, perciò, e divertiti. Ma spendili bene. Con intelligenza, saggiamente. I bei ricordi sono l’unico paradiso dal quale nessuno ti potrà cacciare. (Jean Cau)

Accontentati di quel che hai, puntando a migliorare ciò che sei.

Riconosci e asseconda le tue inclinazioni più autentiche.

Credi in te e nella tua volontà, sii fabbro del tuo destino. (Seneca)

Ascolta la tua coscienza. Quasi sempre saprà indicarti che cosa è buono e giusto.

Rammenta che i tuoi ideali sono come le stelle per gli antichi naviganti. Dante ci ha avvisati: “Fatti non foste per viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza.”

Evita di cadere nel gorgo del consumismo, non esser schiavo del denaro. Le mete intellettuali, spirituali o professionali apportano soddisfazioni di gran lunga superiori. Lo studio e la conoscenza, affinando il tuo spirito critico e la capacità di ragionare in modo autonomo, ti renderanno un uomo libero.

Onora la famiglia e considera che l’esperienza di chi ti vuol bene potrà illuminare il tuo cammino. Mettiti nei panni di chi è solo, anziano, malato, infelice, e ti verrà più naturale nutrire per lui comprensione e rispetto (in questo caso gli antichi avrebbero utilizzato il termine “pìetas”.)

Io ho quel che ho donato”. Il poeta Gabriele D’Annunzio ne era convinto. Un insegnamento valido anche sul fronte dei sentimenti. Un po’ di prudenza però non guasta. Domandati se chi ti sta di fronte è persona di cui fidarti. Rifuggi da chi è avido, falso, invidioso, prepotente, presuntuoso. Guardati dall’ignoranza, dalla stupidità, dal vizio.

Se poi un giorno ti accorgerai che, pur in minima parte, il male alberga anche in te, non te ne crucciare in maniera eccessiva. Ognuno di noi ha la sua “anima nera”. Impara a conviverci, accettala, perdonati. Consolati pensando che non saresti umano, se fossi perfetto.

Sforzati d’esser generoso con gli altri. E severo con te stesso. Senza tuttavia esagerare. “In medio stat virtus”, “La virtù sta nel mezzo”, affermava Aristotele.

Non permettere agli affanni di minare la tua serenità, condizionando oltremodo i tuoi umori. Attribuisci ai problemi che ti angustiano il loro giusto peso. Perché prima o poi tutto passa. Quasi sempre esiste una soluzione, un rimedio, un diversivo.

Di fronte alla tragedia, invece, risollevati e prosegui il tuo cammino, perché soffrire fa parte della vita. (Leopardi)

Nei rapporti interpersonali non aspettarti nulla, almeno non resterai deluso. Se, al contrario, qualcosa di positivo arriverà lo stesso, tanto meglio.

Nell’amicizia, come in amore, se puoi coltiva affetti sinceri.

L’essere umano è una sorta di universo infinito. Conoscere se stessi è un’impresa. Ancor più complicato entrare in sintonia coi nostri simili. Se aggiungi barriere di maschere, finzioni e corazze, il rischio che corri è di costruire un labirinto. Non tenere celato il tuo pensiero, e le tue emozioni, se vuoi che gli altri possano capirti.

Mens sana in corpore sano”. “Mente sana in corpo sano”. Una massima latina. Se da un lato eserciti i muscoli con lo sport, dall’altro addestra il cervello con letture intelligenti. Prenditi cura della tua salute, fra tutte la fortuna più grande. Però non scordarti che il nostro organismo e la razionalità di cui siamo provvisti rappresentano un mezzo, non un fine.

Le tue passioni e i tuoi interessi rafforzeranno le radici che ti legano alla vita. Ma soprattutto mira a diventare ciò che sei veramente. Perché un giorno tu non debba fare i conti coi rimpianti.

Oscar Wilde afferma che: “Solo i superficiali non giudicano dalle apparenze.” Eppure spesso l’apparenza inganna. La verità presenta mille facce. Al punto che, talvolta, ti capiterà di concludere che tutto sia vero. Come pure che sia vero il contrario di tutto. La realtà è ingannevole, insomma, assai più complessa di quanto non sembri, simile a un gioco di immagini che si specchiano all’infinito. Ecco perché solo gli sciocchi non hanno mai dubbi.

Quasi in ogni campo del sapere, a mano a mano che scendi in profondità, le certezze svaniscono o si fanno più confuse e sfumate. Quando comunque avrai forgiato le tue personali convinzioni, allora ti accorgerai che sarà come possedere utili bussole per muoverti nella selva della vita. Non illuderti d’altronde che il tuo sistema di valori rimanga immutato. Col suo andamento imprevedibile, e capriccioso, tante volte è la vita stessa – un decennio dopo l’altro – a stravolgere molte delle nostre idee originarie.

Su questioni ideologiche, storiche, sociali o lavorative cerca di formarti un pensiero solido, documentato, obiettivo. Se discuterai con qualcuno, pensa a lungo prima di parlare, esponi le tue opinioni in modo chiaro, logico, misurato, senza offendere o ferire il tuo interlocutore. Risulterai più convincente e oltretutto non passerai dalla parte del torto.

Durante il viaggio, dispiaceri e delusioni purtroppo non mancheranno. Tu non lasciarti abbattere, tesoro, considerali semplici ostacoli lungo il percorso, prove del fuoco verso una dimensione di maggior equilibrio e maturità, stratagemmi escogitati dal destino per indurti a sprigionare il massimo del tuo potenziale di umanità.

Aggrappati all’ironia di cui sei dotato, è un’efficace ancora di salvezza.

I tuoi sorrisi sono splendidi, radiosi, dolcissimi: non esserne avaro.

Vivi ogni minuto come fosse l’ultimo. Con entusiasmo, intensità, leggerezza. E gratitudine.

Marguerite Yourcenar, letterata belga, ha scritto: “Non perder di vista il grafico di unesistenza umana, che non si compone mai, checché se ne dica, duna orizzontale e due perpendicolari, ma piuttosto di tre linee sinuose, prolungate allinfinito, ravvicinate e divergenti senza posa: che corrispondono a ciò che un uomo ha creduto di essere, a ciò che ha voluto essere, a ciò che è stato.” Adoro questa frase, vi è racchiusa l’essenza stessa della vita. Sono sicura che da adulto l’apprezzerai anche tu.

Crescendo scoprirai che la gioia è qualcosa che deve partire da te stesso: è un’impronta che si vuol dare alla propria vita e non è mai disgiunta da un forte sentire, e quindi soffrire. Non confonderla con le esigenze sentimentali: questa è solo una componente, e spesso ambigua. E neppure con la spensieratezza. O con l’appagamento. Gioia è saper e poter vibrare di fronte a ogni situazione o sollecitazione della vita, in modo da non fermarsi a piangere su se stessi, aprendosi anzi a cogliere la bellezza, la poesia, il desiderio, l’indicibile.

Sacro è l’amore che provo per te, Alessandro, non solo in quanto sangue, carne e anima di Paolo – che era tuo padre e mio fratello – ma perché tu sei per me quel figlio che la sorte mi ha negato.

L’orologio da tavolo che ti ho regalato non è che un simbolo. Per ricordarti che quando avrai bisogno di aiuto, e di consigli… io ci sarò, in ogni momento.


Lidia Sella, giornalista, scrittrice, aforista, poeta. Ha pubblicato sette libri. Due con il Gruppo Rizzoli: Amore come, Sonzogno, 1999; La roulette dell’Amore, Bur, 2000. E tre sillogi, con La Vita Felice: La figlia di Ar – Appunti interiori (2011); Eros, il dio lontano – Visioni sull’Amore in Occidente (2012); Strano virus il pensiero (2016). Nel 2019 ha dato alle stampe Pensieri superstiti con Puntoacapo Editrice. Nel 2020 è uscita con Pallottole, contro la dittatura dell’Uno OAKS Editrice.