Odissea, 23 dicembre 2018


La passione amorosa è energia vitale. Forse perciò
funziona come un’onda. Il desiderio cresce. E poi si
ritira. Una sorta di luna ormonale provoca l’alta marea
dei sensi, allaga la psiche, dilaga in ogni fibra, dilata
vasi sanguigni e organi sessuali. E, mentre culla i corpi
nella comunione dell’estasi, e svela ai mortali l’eternità
dell’attimo, ci sommerge nella sua spuma di gioia, e
piacere. Con il segreto intento di depositare, sui fecondi
fondali della donna, il sacro seme dell’essere.
Dopodiché l’istinto a fondersi, e riprodursi, viene
calamitato di nuovo dal grande Oceano del Nulla.
Sulla battigia delle nostre coscienze, mestamente
avviate a tornare monadi, talvolta restano allora
desolazione e sofferenza, simili a ossi di seppia risputati
dal mare.
La perenne metamorfosi che investe il rapporto di
coppia evoca il ciclo dell’acqua. Idrogeno e ossigeno si
legano a formare molteplici realtà: ruscello, nuvole,
pioggia, neve, ghiacci e, ancora, l’immensa distesa
equorea. Lungo il suo iter di trasformazione, così
l’innamoramento talvolta si incaglia sulle secche
dell’odio, affonda nelle sabbie mobili del disprezzo, si
cristallizza nei crepacci della rimozione. Oppure
approda alle bianche spiagge del ricordo. O accende fari
di nostalgia, a illuminare un possibile ritorno.
Il mito è specchio della realtà. Zeus, per irretire le sue
amanti, si presentava in veste di stallone, cigno, toro
bianco… Altrettanto proteiformi le emozioni
romantiche. Si mostrano sotto sembianze in ogni
istante diverse. A seconda delle circostanze, sembrano
anzi assumere addirittura una sostanza differente. E,
nel piegarsi al loro destino di cambiamento, ci
plasmano dall’interno. Quando infine ci hanno
trasfigurati, come pretendere di essere uguali a prima, e
provare le medesime pulsioni, se al fuoco dell’esistenza
bastano pochi istanti per ridurre in cenere le più
luminose illusioni?
I singoli elementi che rappresentano le imprevedibili
maschere e sfaccettature dell’Amore si mescolano,
fluttuano, svaporano. In una folle, mistica, sadica
danza. La sequenza è circolare. Attrazione, intimità,
sintonia. Cui seguono tradimento, gelosia, abbandono.
Subentrano, in ultimo, solitudine, depressione,
rimpianto. O si annunciano tsunami di delusione,
rancore, vendetta. Fino al viaggio successivo. Ti accosti
al tuo compagno. E te ne separi. Nell’arco di ore, giorni,
mesi, anni. In maniera provvisoria o definitiva.
Nell’ambito di intese profonde o di incontri superficiali.
Che importa? Il percorso tenderà a replicarsi con
dinamiche e modalità analoghe. Nel gorgo
dell’irrazionale, la logica non ha diritto di asilo, e il
valore dell’esperienza si rivela quasi nullo.
Per chi viceversa ambisca a una maggior stabilità, il
segreto è collocarsi in una corretta prospettiva spaziotemporale.
Le parole sono sagge. Consideriamo l’etimo
di desiderio. Sublime contemplare una stella. Ma
nessuna salvezza, se ti avvicini troppo. Mantenersi alla
giusta distanza contribuisce a scongiurare il rischio di
precipitare nell’orbita dell’altro. E aiuta a non
collassare su noi stessi. Sciocco tuttavia illudersi di
costruire legami solidi e di poter governare le relazioni
sentimentali. Soggiogati dal dio Eros, siamo agiti da
una forza che non dominiamo. Possiamo al massimo
tentare di resistere alla corrente della seduzione, che
vorrebbe trascinarci altrove.
Unioni felici o sfortunate. Qual è la differenza? Presto o
tardi, tutto muta, declina, si scioglie. Qualunque spinta
si esaurisce.
Meglio muoversi dunque al ritmo della vita,
assecondarne i capricci, accoglierne i verdetti, per
quanto amari. Senza ostinarsi a inseguire chimere. Di
rado siamo davvero noi a scegliere. Riannodare un
rapporto sfilacciato di solito si dimostra impresa vana.
Purtroppo anche Amore soccombe alla Morte. Non a
caso, Euridice rimane nell’Ade. Nella migliore delle
ipotesi, gli atomi del dolore diventeranno concime per
l’arte, musica dalla lira di Orfeo, linfa ad alimentare
l’albero della fantasia, vento nelle vele del vascello che
finalmente ci condurrà lontano da questa maledetta
bonaccia.


Lidia Sella, giornalista, scrittrice, aforista, poeta. Ha pubblicato sette libri. Due con il Gruppo Rizzoli: Amore come, Sonzogno, 1999; La roulette dell’Amore, Bur, 2000. E tre sillogi, con La Vita Felice: La figlia di Ar – Appunti interiori (2011); Eros, il dio lontano – Visioni sull’Amore in Occidente (2012); Strano virus il pensiero (2016). Nel 2019 ha dato alle stampe Pensieri superstiti con Puntoacapo Editrice. Nel 2020 è uscita con Pallottole, contro la dittatura dell’Uno OAKS Editrice.