Michele Brancale “L’osservatore toscano” 21 giugno 2015


L’amore politicamente scorretto di Lidia Sella 17 poesie di un libro in versi politicamente scorretto e sul tema delicato dell’amore. Lo ha scritto Lidia Sella per le edizioni «La Vita Felice» e si intitola Eros, il dio lontano. La domanda che sorregge tutta la costruzione poetica del libro è la seguente: «I fiori della nostra cultura millenaria / abbarbicati sul greto che frana, / non meritano d’essere salvati?», mentre «l’Amleto contemporaneo / schiacciato sotto il peso dell’infiriito / s’è ritirato nel suo baccello tecnologico:/ mutarne sempre più simile alle cose».Per Sella «il demone bifronte / del consumismo / ha pianificato il nostro genocidio / nei minimi dettagli». Attraverso una lettura dello stato e della media dei comportamenti della donna e degli uomini in occidente, Sella costata da una parte che «sulle montagne russe della storia /una appannata / perversa / dissoluta / è sempre stata sinonimo / di epoche crepuscolari»; dall’altra registra la rincorsa di donne che «privilegiano la carriera / invece di creare / lo stupore della vita» (pag. 57), «preoccupate di piacere soprattutto a se stesse»/ «Salvo poi restare sole / e cadere in depressione/» (pag. 61, Afrodite alla deriva). «Poi schiere di baccanti/ represse e livorose/ travolte da un vortice ctonio/ si sono buttate nella mischia/ sventolando pretese velleitarie / e sgangherate. (pag, 74). Nell’occidente si afferma la mitologia del vuoto. Le costatazioni di Sella a riguardo sono sparse in tutto il libro: «Se in passato erano i genitori / a combinare il matrimonio / ora siamo pronubi di noi stessi./ Ma la percentuale dei fallimenti / non accenna a diminuire./ Al contrario». «Un secondo stipendio / è indispensabile / per comprare la seconda macchina / il secondo computer / la seconda casa» e «mentre sembra toccare / l’orizzonte / questo s’allontana». La critica di Sella incalza il «supermercato planetario del finto amore» è un’affermazione di sé che diventa altro dalla sacrosanta rivendicazione di uguaglianza, quanto uno smarrire il profilo di sé, un puntare ad asservire. Il risultato della duplice tensione che anima la vita di uomini e donne è un’inevitabile separazione. Due tensioni salgono anche da Lidia Sella per far saltare il tavolo della perdita: l’invocazione all’Amore perché alimenti «quella fiammella di nobiltà / che cova in ognuno di noi, / che potrebbe scortare le donne / sino alle sorgenti / del femminino / e indicare agli uomini / la rotta per la dignità» e la richiesta; amara, di un’implosione per «la nostra società agonizzante». È una provocazione che, curiosamente, viene addolcita dà una speranza affermata dalla foto di copertina: una luce che esce dal buio di un tempio antico.


Lidia Sella, giornalista, scrittrice, aforista, poeta. Ha pubblicato sette libri. Due con il Gruppo Rizzoli: Amore come, Sonzogno, 1999; La roulette dell’Amore, Bur, 2000. E tre sillogi, con La Vita Felice: La figlia di Ar – Appunti interiori (2011); Eros, il dio lontano – Visioni sull’Amore in Occidente (2012); Strano virus il pensiero (2016). Nel 2019 ha dato alle stampe Pensieri superstiti con Puntoacapo Editrice. Nel 2020 è uscita con Pallottole, contro la dittatura dell’Uno OAKS Editrice.