VENEZIA – «Eppure l’idea era vincente.Funzionava. Forse perché anziché affidarsi all’estro del momento Eros ha seguito un corso da illusionista nella Città dell’Abbaglio dove i ponti sospirano e palazzi incantati si sdoppiano nei canali». Sono alcuni versi del poemetto di Lidia Sella, “Eros, il dio lontano. Visioni sull’Amore in Occidente” (La vita felice), che lei ama definire flusso di pensiero in veste di calligrammi, apologia del maschio latino e balsamo per la rinascita di Afrodite, o una breve storia dell’umanità, costruita seguendo il filo rosso dell’Amore che conduce fino ai turbamenti del terzo millennio, o altro ancora. Pensiero in forma poetica o saggio filosofico, molto intrigante sotto l’aspetto psicologico. Si sente Nietzsche, Eliot, Wagner. E’ alta poesia che si legge d’un fiato, ma che poi va riletta e meditata , perché fa riflettere come solo la vera poesia fare.