Una terrazza sul cosmo. Meditazioni poetiche.


editore: Mimesis
collana: Meleodoro n.65
pagine: 122
pubblicazione: 2022
ISBN/EAN: 9788857586878

2 EDIZIONI:
Maggio 2022
Ottobre 2022

QUARTA DI COPERTINA

“Una ricerca poetica, questa di Lidia Sella, che porta nella lingua l’ascolto del corpo, della sua finitudine, dei suoi pensieri, delle sue illuminazioni. Un ascolto che si trasforma in un azzardo che è proprio della poesia: sporgersi sulla soglia dove la conoscenza di sé, del proprio sentire, si congiunge con l’interrogazione del visibile e del suo oltre, cioè di quell’odissea fisica che è il divenire dell’universo, il mostrarsi della materia, dell’energia, del tempospazio. Immagini e riflessioni balzano sul fondo di un inconoscibile che manda dall’ignoto i suoi riverberi.”

Antonio Prete

PREFAZIONE

“Il titolo. La nostra civiltà è veramente una terrazza sul cosmo. Ma anche ciascuno di noi, con il suo vissuto, è un’incredibile terrazza sul cosmo. Si direbbe anzi che il nostro ruolo sia quello di osservare e commentare l’Universo, in qualunque maniera si voglia interpretare questo termine, in generale e nei suoi infiniti dettagli. Noi uomini non comunichiamo, commentiamo.
Perché “meditazioni poetiche” a mo’ di sottotitolo?
La mia interpretazione è semplice. La poesia è come la felicità: non può durare che qualche attimo, dando luogo a una costellazione rapsodica di lampi luminosissimi, folgoranti. Ma oggi, al pari della felicità, essa deve poter entrare nel nostro quotidiano. E risultare quindi meno intermittente e accecante. Deve essere allora meno pindarica, più ancorata alla concretezza del vissuto e al patrimonio di conoscenze che noi custodiamo.
In questa silloge, frutto di sapienti e reiterate distillazioni, iconiche e linguistiche, Lidia Sella parla di tutto, ortogonalmente o diagonalmente, con ordine o “in rime sparse senza rima”, nel tempo o fuori dal tempo, dove non volano che i ricordi. Data la sua inclinazione a una tonalità gnomica, talvolta aforistica, con il suo inevitabile carico di sapienza, come suo tema principale l’autrice non può avere che il tempo. Il tempo e la mente. Ma la mente è la vita e la vita è nel tempo: non si può proprio parlare della vita se non nel tempo. Ed è nel tempo che possiamo vedere il cosmo, come individui singoli e come entità collettiva. Stretti gli uni agli altri.”

Edoardo Boncinelli

POSTFAZIONE

Samuel Taylor Coleridge diceva di frequentare le lezioni di Humphry Davy – chimico e pioniere della divulgazione scientifica – per rinnovare il proprio bagaglio di metafore. È uno dei modi virtuosi (e fecondi) in cui le arti e le lettere possono interagire con la scienza. Nello stesso spirito, Lidia Sella si nutre di cosmologia, di fisica quantistica, di genetica, per alimentare la propria originalissima voce poetica. I riferimenti talvolta sono espliciti (Cronache dal Nulla, Nel Paese delle Meraviglie, Il coro, Fantasie, Uroboro); altre volte rimangono sotto traccia, per scintillare improvvisamente (Grotte di Tiberio).

Per sua stessa natura, la metafora non procede in una sola direzione: è, per così dire, un biglietto di andata e ritorno. Se il poeta ricava suggestioni da un fatto scientifico o da una teoria, lo scienziato può ricavare suggestioni da un verso. Mi succede, per esempio, leggendo un componimento come Ascolta, che si apre sul silenzio e si chiude sul buio, tra l’uno e l’altro evocando “fruscii di materia danzante / e un sommesso canto di galassie”: la mia mente corre allora alla ricerca della materia oscura e dei messaggeri elusivi del cosmo – un’esplorazione del buio dell’universo che richiede, al tempo stesso, il silenzio assoluto.

C’è un elemento ricorrente della poesia di Lidia Sella che non può non affascinare lo scienziato (il fisico in particolare). Parlo della sua predilezione per i binomi, fusi in singole parole, che costituiscono i titoli delle sezioni, oltre a essere disseminati qua e là: “dentrofuori”, “quialtrove”, “primadopo”, “spaziotempo”, “materiaenergia”. Vi si scorge la sfida (spesso vinta) a ridurre il duplice all’uno, ma anche l’irriducibile complementarità di certi aspetti del reale. Sosteneva Werner Heisenberg – pensando al mondo dei quanti – che la poesia sta nel luogo in cui gli estremi si toccano, e i versi di Lidia Sella sono qui a testimoniarlo.

Vincenzo Barone

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Lidia Sella, giornalista, scrittrice, aforista, poeta. Ha pubblicato sette libri. Due con il Gruppo Rizzoli: Amore come, Sonzogno, 1999; La roulette dell’Amore, Bur, 2000. E tre sillogi, con La Vita Felice: La figlia di Ar – Appunti interiori (2011); Eros, il dio lontano – Visioni sull’Amore in Occidente (2012); Strano virus il pensiero (2016). Nel 2019 ha dato alle stampe Pensieri superstiti con Puntoacapo Editrice. Nel 2020 è uscita con Pallottole, contro la dittatura dell’Uno (OAKS Editrice) e nel 2022 con Una terrazza sul cosmo. Meditazioni poetiche (Mimesis), già alla seconda edizione.