Club3, dicembre 1994


La vita è fiaba

Torna in grande stile l’abitudine di raccontare le storie ai bambini.

E per i nonni più all’avanguardia è stato creato perfino un corso.

Che insegna, fra l’altro, a trasformare una normale esistenza in una favola.

Relegata per decenni nello sgabuzzino delle cose scomode, bollata come reazionaria dai genitori sessantottini che la consideravano pregiudizievole per un sano sviluppo della razionalità del bambino, la fiaba oggi si prende la rivincita. Non solo infatti è tornata trionfalmente a ispirare i modelli educativi proposti dai pedagogisti, ma è divenuta addirittura oggetto di una serie di corsi, aperti a nonni e bambini. L’idea è stata di Federica Mormando, medico specialista in psichiatria e membro analista della SIPI (Società italiana di psicologia infantile). Ma che cosa c’è dietro a questa voglia di recuperare il valore e il significato della fiaba? “È semplice”, spiega la Mormando, “il ritorno alla dimensione del fantastico, oltre a costituire un antidoto alla piaga della depressione e alla poca stima di sé, rappresenta anche uno strumento prodigioso per imparare a raccontare e a raccontarsi. Una bussola salvifica con cui cogliere, anche nei momenti bui, le sfumature positive. Un sesto senso portentoso per meglio annusare, dietro al quotidiano, l’inaspettato, meraviglioso intervento del caso e della magia”.

Ecco in che cosa consiste il corso ideato dalla Mormando: “Oltre alla lettura delle grandi fiabe tradizionali e a un itinerario attraverso le migliori fra quelle contemporanee, il programma prevede un approfondimento sul significato della fiaba, nonché uno studio delle modalità del raccontare a un bambino e indicazioni per un uso terapeutico della fiaba”, ci spiega Vivianne Lamarque, poetessa che, per l’occasione, veste i panni di insegnante. “I partecipanti, inoltre, verranno guidati all’elaborazione della loro fiaba personale, di quello che hanno già fatto o sognato e di ciò che ancora desiderano dal futuro.”

L’obiettivo del corso, spiegano gli organizzatori, è consentire ai nonni di lasciare ai nipotini una traccia di sé, un prezioso dono d’amore: quello di un fantasmagorico caleidoscopio attraverso cui filtrare il passato.

Chissà poi che questa non sia la strada giusta per portare alla luce anche insospettati talenti letterari! Una cosa però è certa: la fantasia aiuta a riempire di significato la propria esistenza. Infatti, sottolinea Fulvio Scaparro, docente di psicopedagogia alla Statale di Milano, persino chi ritiene di avere “i piedi per terra”, sogna e, per gran parte della giornata, progetta, si preoccupa, pregusta, prevede, fantastica, teme, ha fiducia, investe affettivamente, si pone degli obiettivi, è ottimista o pessimista.

Insomma, senza le fantasie, che ci danno speranza, non avremmo la forza di affrontare le avversità della vita. In tal senso si può dire che la fiaba, per quanto terribili siano gli avvenimenti narrati o ardue le prove cui i personaggi vengono sottoposti, ha in sé la prerogativa di rassicurare: infonde speranza nel futuro e offre la promessa di un lieto fine, dell’improvviso capovolgimento gioioso.

Del resto anche la moderna psicologia infantile attribuisce grande importanza al contributo formativo delle fiabe, sempre che esso venga trasmesso ai bambini nel modo giusto, cioè proposto con affetto. In quest’ottica, la psicologa Silvia Vegetti Finzi ha definito la fiaba un momento d’incontro in cui si mettono in comune fantasie, sogni, paure e speranze, un’occasione per condividere emozioni e dimostrare il nostro bisogno di amare ed essere amati.

“Ed è proprio sulla base di questa spinta a uscire dal nostro egoismo materialistico”, spiega Erminia Bellini Di Stefano, studiosa del linguaggio, “che dopo un ‘pieno’ di Tv e una sbronza di immagini meccanizzate e americanizzate, la nostra società ha finalmente ritrovato, con la nostalgia per il racconto o la lettura della bella fiaba di una volta, anche il desiderio di un ritorno alle origini.”


Lidia Sella, giornalista, scrittrice, aforista, poeta. Ha pubblicato sette libri. Due con il Gruppo Rizzoli: Amore come, Sonzogno, 1999; La roulette dell’Amore, Bur, 2000. E tre sillogi, con La Vita Felice: La figlia di Ar – Appunti interiori (2011); Eros, il dio lontano – Visioni sull’Amore in Occidente (2012); Strano virus il pensiero (2016). Nel 2019 ha dato alle stampe Pensieri superstiti con Puntoacapo Editrice. Nel 2020 è uscita con Pallottole, contro la dittatura dell’Uno OAKS Editrice.