Spazio Casa, agosto 1991


SEMPRE PIÙ A SUD

Al centro del Canale di Sicilia c’è Pantelleria, un’isola di forma tondeggiante e struttura vulcanica, più vicina alle coste africane che a quelle sicule, così ricca di insenature e rocce a picco sul mare che sem­bra una scultura scolpita dal vento. Qui, in posizione panora­mica, tra il Faraglione di Tracino e l’Arco dell’Elefante, sorge da ormai più di vent’anni questa bella casa. Circondata da viti, ulivi e piante di capperi, la costruzione ricorda gli an­tichi “dammusi” in pietra lavica. I suol proprietari, d’esta­te, non hanno mancato un solo ap­puntamento.

Integrato nel paesag­gio e concepito — dato il clima — per essere vissuto più che altro all’e­sterno, l’edificio rivela in tutti i parti­colari le cure che gli sono state dedicate.

L’interno — arredato con gusto — ha pochi mobili e un’illumina­zione studiata per mettere in risalto il soffitto a volta. In soggiorno, un caminetto intorno al quale riunirsi nelle sere più fresche.

Il giardino ospita piante esotiche — per lo più grasse — souvenir di viaggi lontani: dal frangipane dell’Indonesia, alla banksia australiana, al Saguaro, che dà il nome al­l’abitazione.

Tra le bianche mura di questa villa i proprietari — che abitualmente risie­dono all’estero — tornano ogni anno a ritrovare un po’ d’Italia. Dalle finestre distinguono i contorni dell’Africa e intravedono, a nord-ovest, la punta tunisina di Capo Bon. Dalle terrazze e dalle ducchene — panche in muratura che abbracciano il dammuso — si gode la vista del mare e si respira il profumo della macchia mediterranea; sullo sfondo, cascate di bouganville e il blu di questo cielo incantato.

L’oasi per il navigante

Una casa ottocentesca, su un’isoletta del Peloponneso, è stata restaurata mantenendo integro l’antico fascino. I proprietari sono armatori e gli interni rispecchiano la loro passione per il mare e le navi. Spetses è un’isoletta del Pelopon­neso, a due ore di aliscafo da Atene. Qui, nel centro del paese principale, sorge casa Koutsi. Co­struita nel 1818 dai fratelli Christodoulos e Yorgos, entrambi armatori, ancora oggi è proprietà della fami­glia. L’abitazione — piena di luce, ma semplice e austera — è stata di re­cente oggetto di un restauro che ha lasciato intatto l’antico fascino. L’architettura è di linea geometrica e i materiali usati — legno e pietra grez­za — sono quelli tipici del luogo. Tra le mura dell’edificio a due piani, troviamo il tipico patio, segno distin­tivo — a queste latitudini — delle di­more signorili. Un tratto caratteristico della foggia ottocentesca del palaz­zo sono i muri perimetrali molto spessi che difendono dal gran cal­do. Gli spazi interni risultano protetti dai capricci del vento, grazie alla pianta a “L”. All’interno i soffitti in legno sono a doghe o a cassettoni. I pavimenti in parquet, in cotto o in vivaci ceramiche; solo quello della camera da letto è rivestito di moquette. Nelle pavimentazioni esterne — ingresso, cortile e passaggi che portano al giardino — l’acciottolato la fa da padrone: in un magico gioco di simboli dai significati esoterici, sassi bianchi e neri, levigati e lucenti, si alternano a formare disegni e delineare contorni.

L’arredamento è elegante — la presenza di alcuni pezzi in stile veneziano, mobili da barca, quadri che raffigu­rano grandi scontri navali, il vasel­lame, le porcellane — tutto qui parla di esistenze avventurose, avvolte nel mistero seducente del mare.


Lidia Sella, giornalista, scrittrice, aforista, poeta. Ha pubblicato sette libri. Due con il Gruppo Rizzoli: Amore come, Sonzogno, 1999; La roulette dell’Amore, Bur, 2000. E tre sillogi, con La Vita Felice: La figlia di Ar – Appunti interiori (2011); Eros, il dio lontano – Visioni sull’Amore in Occidente (2012); Strano virus il pensiero (2016). Nel 2019 ha dato alle stampe Pensieri superstiti con Puntoacapo Editrice. Nel 2020 è uscita con Pallottole, contro la dittatura dell’Uno OAKS Editrice.