SEMPRE PIÙ A SUD
Al centro del Canale di Sicilia c’è Pantelleria, un’isola di forma tondeggiante e struttura vulcanica, più vicina alle coste africane che a quelle sicule, così ricca di insenature e rocce a picco sul mare che sembra una scultura scolpita dal vento. Qui, in posizione panoramica, tra il Faraglione di Tracino e l’Arco dell’Elefante, sorge da ormai più di vent’anni questa bella casa. Circondata da viti, ulivi e piante di capperi, la costruzione ricorda gli antichi “dammusi” in pietra lavica. I suol proprietari, d’estate, non hanno mancato un solo appuntamento.
Integrato nel paesaggio e concepito — dato il clima — per essere vissuto più che altro all’esterno, l’edificio rivela in tutti i particolari le cure che gli sono state dedicate.
L’interno — arredato con gusto — ha pochi mobili e un’illuminazione studiata per mettere in risalto il soffitto a volta. In soggiorno, un caminetto intorno al quale riunirsi nelle sere più fresche.
Il giardino ospita piante esotiche — per lo più grasse — souvenir di viaggi lontani: dal frangipane dell’Indonesia, alla banksia australiana, al Saguaro, che dà il nome all’abitazione.
Tra le bianche mura di questa villa i proprietari — che abitualmente risiedono all’estero — tornano ogni anno a ritrovare un po’ d’Italia. Dalle finestre distinguono i contorni dell’Africa e intravedono, a nord-ovest, la punta tunisina di Capo Bon. Dalle terrazze e dalle ducchene — panche in muratura che abbracciano il dammuso — si gode la vista del mare e si respira il profumo della macchia mediterranea; sullo sfondo, cascate di bouganville e il blu di questo cielo incantato.
L’oasi per il navigante
Una casa ottocentesca, su un’isoletta del Peloponneso, è stata restaurata mantenendo integro l’antico fascino. I proprietari sono armatori e gli interni rispecchiano la loro passione per il mare e le navi. Spetses è un’isoletta del Peloponneso, a due ore di aliscafo da Atene. Qui, nel centro del paese principale, sorge casa Koutsi. Costruita nel 1818 dai fratelli Christodoulos e Yorgos, entrambi armatori, ancora oggi è proprietà della famiglia. L’abitazione — piena di luce, ma semplice e austera — è stata di recente oggetto di un restauro che ha lasciato intatto l’antico fascino. L’architettura è di linea geometrica e i materiali usati — legno e pietra grezza — sono quelli tipici del luogo. Tra le mura dell’edificio a due piani, troviamo il tipico patio, segno distintivo — a queste latitudini — delle dimore signorili. Un tratto caratteristico della foggia ottocentesca del palazzo sono i muri perimetrali molto spessi che difendono dal gran caldo. Gli spazi interni risultano protetti dai capricci del vento, grazie alla pianta a “L”. All’interno i soffitti in legno sono a doghe o a cassettoni. I pavimenti in parquet, in cotto o in vivaci ceramiche; solo quello della camera da letto è rivestito di moquette. Nelle pavimentazioni esterne — ingresso, cortile e passaggi che portano al giardino — l’acciottolato la fa da padrone: in un magico gioco di simboli dai significati esoterici, sassi bianchi e neri, levigati e lucenti, si alternano a formare disegni e delineare contorni.
L’arredamento è elegante — la presenza di alcuni pezzi in stile veneziano, mobili da barca, quadri che raffigurano grandi scontri navali, il vasellame, le porcellane — tutto qui parla di esistenze avventurose, avvolte nel mistero seducente del mare.