Recensire in poche parole il bel libro di Lidia Sella, “Strano virus il pensiero”, è compito tutt’altro che semplice. Grazie alla sapiente mano della scrittrice, i grani di una conoscenza a vastissimo raggio qui infatti assumono una forma illuminante.
Una poetica che meriterebbe molto più di quattro righe di attenzione. E assai di più se ne dovrà dire.
Dalla cosmologia all’astronomia alla fisica, dalla filosofia alla genetica alle neuroscienze, l’autrice ci porge il suo percorso di meditazione e, con maestria, trasforma persino una terminologia tecnica in creazione lirica.
Con ironia e spirito critico affronta anche tematiche ideologiche, sociali e politiche, per tratteggiare un quadro lucido e coraggioso dei nostri tempi bui. “Che non si estingua la brace del pensiero” auspica l’autrice. E ancora “Banchieri, politicanti come investirete i sorrisi rubati ai popoli europei?”, “Muore due volte che appartiene a una civiltà in declino”. Aforismi simili a lampi suggeriscono sentieri di riflessione, con pennello inesorabile ritraggono le miserie umane. Ma questi versi sprezzanti celano una certa “pietas”, uno sguardo magnanimo che tutto perdona, poiché si alimenta alla fonte salvifica della parola.