Lettera ad Alessandro su Calvino


Milano, 4 novembre 2011

Tesoro, promettimi di non prendere la nostra ricerca su Calvino come un “compito” o un “lavoro”. Da adulto ti troverai spesso ad affrontare incombenze assai più dure e meno interessanti di questa. Prova piuttosto ad appassionarti: “LETTERATURA COME VITA”, diceva Carlo Bo, forse il più autorevole critico letterario italiano del ‘900. Quanto più leggi tanto più allarghi la tua conoscenza dell’essere umano. Non solo ogni autore ha una sua visione del mondo, ma attraverso i suoi personaggi te ne mostra ogni possibile sfaccettatura. Insomma, un forziere contenente immensi tesori: infinite opportunità di sperimentare e interpretare la vita. Una lanterna per viandanti curiosi di sapere. E assetati di luce. Immagina soltanto quanta fatica, trepidazione e tormenti accompagnino lo scrittore che si cala nei propri abissi per donare qualche pepita di emozione ai suoi lettori. Calvino è morto da decenni. Ma ha creduto così tanto nei suoi racconti da sperare che gli sarebbero sopravissuti. E non si sbagliava. Perché le parole sono pacchetti pieni di sorprese per chiunque li sappia aprire. Non trovi che ci sia qualcosa di meraviglioso nel desiderio dell’essere umano di esorcizzare la tragicità del nostro destino lanciando una fune di lettere alla quale anche i posteri potranno aggrapparsi? Capire un autore vuol dire penetrare in lui, nel suo universo onirico, comprenderne idee, paure, valori, percorso esistenziale. E confrontarsi col suo patrimonio di saggezza e fantasia. Un po’ come se tu potessi incontrarlo e parlargli. Per guardare nello scrigno dei suoi segreti in fondo lui ti offre tante chiavi quante ne puoi scovare nei libri che ha pubblicato. E ricorda che non solo ogni libro produce effetti differenti su ognuno di noi. Ma in momenti lontani nel tempo sortirà su di te esiti magari diversissimi. Una specie di specchio magico, capace di riflettere i pensieri e le emozioni che ti attraversano. Poiché, mentre leggi, leggi sempre anche dentro di te. Ecco perché non ha alcun senso reperire riassunti di seconda mano. Abbandonati invece all’incantesimo, sforzati di decifrare quel messaggio che fu scritto anche per te, e di seguirne la musica dolce e misteriosa. Compilare una scheda bibliografica mi sembra una soluzione un po’ asettica. Ma non intendevo criticare il tuo professore. Mi pare anzi un aperitivo adattissimo a stuzzicare in voi l’appetito verso riflessioni più profonde e creative.

Orgogliosa di te,
ti stringo in un abbraccio autunnale.


Lidia Sella, giornalista, scrittrice, aforista, poeta. Ha pubblicato sette libri. Due con il Gruppo Rizzoli: Amore come, Sonzogno, 1999; La roulette dell’Amore, Bur, 2000. E tre sillogi, con La Vita Felice: La figlia di Ar – Appunti interiori (2011); Eros, il dio lontano – Visioni sull’Amore in Occidente (2012); Strano virus il pensiero (2016). Nel 2019 ha dato alle stampe Pensieri superstiti con Puntoacapo Editrice. Nel 2020 è uscita con Pallottole, contro la dittatura dell’Uno OAKS Editrice.